Gli ecomusei e il Paesaggio
Hugues de Varine nel 1971 definiva l’ecomuseo un qualcosa che rappresenta ciò che un territorio è, e ciò che sono i suoi abitanti, a partire dalla cultura viva delle persone, dal loro ambiente, da ciò che hanno ereditato dal passato, da quello che amano e che desiderano mostrate ai loro ospiti e trasmettere ai loro figli.
Gli Ecomusei nel corso degli anni si sono fatti carico dell’onore e degli oneri di stimolare le proprie comunità a riprendere il dialogo con il proprio Paesaggio, per conoscerlo, prendersene cura, valorizzarlo nei suoi molteplici aspetti, assumendosi la responsabilità di preservarlo per le future generazioni.
La Convenzione Europea del Paesaggio (CEP)
La CEP, oltre a delineare i provvedimenti e gli obiettivi in materia di gestione e salvaguardia del patrimonio paesaggistico ai quali gli stati membri si impegnano ad aderire, evidenzia nel paragrafo introduttivo due elementi essenziali del concetto di Paesaggio che gli ecomusei da sempre hanno condiviso e dibattuto nella definizione delle proprie azioni:
- la natura antropica del Paesaggio, ovvero le delicate dinamiche che lo plasmano e modificano in relazione all’azione umana; e l’incidenza culturale, sociale, storica nell’evoluzione delle popolazioni: Paesaggio quale “componente fondamentale del patrimonio culturale e naturale dell’Europa”;
- il suo valore qualitativo nella vita delle persone “nei luoghi considerati come eccezionali, come in quelli della vita quotidiana”.
Date queste premesse gli ecomusei non potevano non cogliere l’invito e gli auspici veicolati della Convenzione Europea del Paesaggio, a partire dall’affermazione che “il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante della qualità della vita delle popolazioni” indipendentemente da prestabiliti canoni di bellezza o naturalità. Il paesaggio quindi inteso quale “luogo di vita” ed elevato a patrimonio collettivo non solo materiale e ambientale, ma anche culturale e storico.
L‘appello contenuto del documento si rivolge “a ciascun individuo” con l’invito a contribuire “alla salvaguardia, gestione e pianificazione” del paesaggio.
A tale invito gli ecomusei italiani hanno risposto con entusiasmo all’entrata in vigore in Italia nel 2006 della Convenzione con la promozione della prima edizione delle Giornate Europee del Paesaggio (GEP) nel giugno 2007, un appuntamento divento un impegno corale e rinnovato con costanza negli anni a seguire.
Le giornate europee del paesaggio
Al fianco dell’Osservatorio opera tsmIstep Scuola per il Governo del Territorio e del Paesaggio, un ambiente di formazione e sviluppo della cultura e delle competenze specialistiche rivolte a amministratori, tecnici e professionisti per l’incremento delle competenze di pianificazione e di governo del territorio, per la promozione di un'idea condivisa sul paesaggio quale riferimento per lo sviluppo futuro del Trentino e per la valorizzazione delle Dolomiti Patrimonio Mondiale UNESCO.
Altra community attiva sul tema del “Paesaggio spazio di vita” è Montagne in Rete un progetto di Tsm-Trentino School of Management di Trento che esce dai propri confini regionali e guarda a tutta la montagna italiana ricercandone, valorizzandone e mettendone a sistema peculiarità e note comuni.
In Italia la tutela del patrimonio culturale, costituito dai beni culturali e dai beni paesaggistici (art. 2 Codice dei Beni culturali d.lgs. n. 42/2004), è affidata allo Stato - Ministero della Cultura - dall’art. 9 della Costituzione che attraverso le “regioni e gli altri enti pubblici territoriali nonché tutti i soggetti che, nell’esercizio di pubbliche funzioni, intervengono sul territorio nazionale, informano la loro attività ai principi di uso consapevole del territorio e di salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di realizzazione di nuovi valori paesaggistici integrati e coerenti, rispondenti a criteri di qualità e sostenibilità” (art. 131, comma 6, Codice dei Beni culturali, d.lgs n. 42/2004).